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Segnali di rinascita aspettando la capolista (e Cosentino)

Segnali di rinascita aspettando la capolista (e Cosentino)

Contrasti al Ceravolo: il tetto della struttura destinata ai nuovi spogliatoi (e non solo) sovrasta il box dell'attuale tribuna stampa.

Contrasti al Ceravolo: il tetto della struttura destinata ai nuovi spogliatoi (e non solo) sovrasta il box dell’attuale tribuna stampa

MEGLIO tenersi stretto il punto guadagnato con un gagliardo pareggio, la buona prestazione giocata a viso aperto (come promesso da Nunzio Zavettieri prima di partire con la squadra per la Puglia) in casa di un sorprendente Monopoli (sesto in classifica), i gol di due attaccanti finora semicoperti dalla polvere della caotica panchina giallorossa (Sarao e il giovane serbo Basrak) e i vistosi miglioramenti nella costruzione della manovra (specie nella ripresa con l’ingresso di Maita al posto dell’evanescente Giovinco), o continuare a recriminare perché il Catanzaro continua lo stesso a non vincere e prende altri gol frutto di clamorose topiche difensive?

Il dilemma settimanale è lanciato, aspettando la minacciosa Juve Stabia e un altro test sul potenziale delle Aquile.

(TIMIDI) PROGRESSI Fatto sta che il pareggio a Monopoli manda segnali di rinascita. Non più uno sfigato Davide destinato a farsi prendere a pedate dal Golia di turno, ma un Catanzaro lucido, più coraggioso e volitivo rispetto alle uscite precedenti. Con la difesa ormai stabilmente a 4 e un centrocampo molto camaleontico che al “Veneziani” ha mostrato timidi progressi, soprattutto quando il tecnico ha spedito in mezzo al campo Maita, cercando di sfruttare al meglio gli inserimenti di Baccolo e Icardi, e tenere vive le corsie esterne (bene Pasqualoni). Le reti di Sarao (scelto all’ultimo minuto perché Tavares si è fatto male al ginocchio nel pre-partita)  e Basrak (dentro a inizio ripresa per sostituire lo stesso Sarao, che si è rotto il metatarso del piede destro) regalano un po’ di fiducia sulle doti offensive del Catanzaro, finora a dir poco anemico, ma dietro c’è ancora tanto da fare. Si riparte stamattina con la testa alla Juve Stabia (domenica,  al Ceravolo, alle 16,30) e contro la nuova capolista, pur ammettendo il grosso livello di difficoltà, vanno fatti altri passi avanti. La cura Zavettieri comprende due sedute doppie (domani e giovedì) e spera di svuotare l’infermeria. Da valutare le condizioni di Sabato (distorsione alla caviglia destra) e Campagna (noie agli adduttori), in dubbio Tavares, lungo stop per Sarao. Sicuro di non giocare è Cunzi, tra i diffidati e perciò squalificato dopo il “giallo” beccato a Monopoli.

LAVORI (SEMPRE) IN CORSO… Un capitoletto a parte voglio dedicarlo ai lavori (perennemente) in corso al Ceravolo, sempre più l’emblema dell’ondata di decadenza che rischia di travolgere il pianeta giallorosso. I distinti sono ancora chiusi, gli spogliatoi sono nei container (come da sette anni a questa parte) e la tribuna stampa dentro a un box. I nuovi spogliatoi (e il cosiddetto “campo B”) sarebbero pure pronti (ribadiscono al Comune), ma per renderli definitivamente agibili serve allacciare le utenze e questo spetta al Catanzaro, che però non lo fa. Perché? Colpa della convenzione per la gestione dell’impianto che la società dovrebbe accollarsi per non si sa quanto? O della lentezza stessa di un’operazione che dovrebbe già essere completata da tempo e, invece, ancora va avanti con tempi che si allungano (esasperatamente) come un elastico? Chissà, forse il ritorno in patria di Giuseppe Cosentino (il presidente è atteso in queste ore) dopo gli impegni in Cina darà una mano a uscire dall’impasse e capire altre cosette, a esempio se il ds Preiti gode di fiducia a oltranza oppure no. E magari anche a capire meglio che tipo di futuro aspetta il Catanzaro, al momento ridotto a strappare pareggi in extremis al Melfi e a Monopoli per tirare a campare in Lega Pro.

Ivan Montesano


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