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Genesi (romanzata) di un giallorozzo

Genesi (romanzata) di un giallorozzo

Curva Ovest, annata 87/88, serie B: tutti gli occhi (proprio tutti) su O'rey

Stadio Ceravolo, curva ovest, annata ’87/’88: tutti gli occhi (proprio tutti) per O’Rey

C’ERA una volta un bambino che nacque in una città appollaiata su tre colli affacciati sullo Ionio, con una bandiera in mano e una palla tra i piedi.

Costretto a una infanzia sulla riva reggina dello Stretto quando l’eco dei moti per il capoluogo era ancora nell’aria, si invaghì presto di due colori: il giallo della terra e il rosso del suo cuore.

Altrettanto presto i medici gli diagnosticarono una rara malattia, la Sindrome di Socrates: fare gol di tacco.

Aveva due sogni nel cassetto, distinti e paralleli, uno alternativo all’altro. Essere il nuovo Massimo Palanca e fare il cronista sportivo. Era dotato di un dignitoso destro, senso della posizione e buona visione di gioco, ma non bastò. Perciò non poté far altro che calcare curve, gradinate e tribune stampa per il resto della sua vita.

Con gli anni il giallo della terra si miscelò al sole.

Il rosso del suo cuore acquistò innumerevoli sfumature, assumendo toni indefiniti, scabri, un po’ ruvidi.

Insieme continuano a colorare la vita di quel bambino che intanto è  diventato adulto compiendo acrobazie da Peter Pan.

Ha visto il Catanzaro di Nicola Ceravolo in serie A, ispirato dai racconti delle trasferte che spostavano masse calabresi a Torino, Milano, Firenze e Roma, prima ancora a Napoli, Terni e Reggio Emilia; ha visto scendere quello di Adriano Merlo dopo esaltanti stagioni e forti contestazioni, ha vissuto da vicino la decisa entrata in scena di Pino Albano in anni in cui per prendere una società di calcio bastava una telefonata nel cuore della notte, ha festeggiato le promozioni di Gb Fabbri e Tobia, ha fatto salti di gioia ogni volta che Palanca batteva un calcio d’angolo, ha maledetto il gol del Bologna al Dall’Ara con il mitico massaggiatore Masino in campo che curava uno dei nostri e quello micidiale di Monelli nel recupero di una sfida infinita con la Lazio che cambiò la nostra storia, ha viaggiato al seguito delle Aquile con il biglietto cumulativo e (se necessario) con il “senza prezzo”, ha calpestato nuova polvere nella vecchia serie C con Sala, Rambone e Selvaggi, Dal Fiume e Banelli, Zampollini e il leggendario Pasquino, ha contato tutti i passaggi societari, i salvataggi e i fallimenti, da Pino Albano a Mancuso e poi a Poggi, Parente, Princi e Procopio, da Pittelli ad Aiello passando per Soluri, dalla traballante Tribuna Gialla al vulcanico Mister Gicos.

Centinaia di partite fino al 90’ più recupero, altrettanti tabellini e interviste a bordo campo, test in famiglia del giovedì, amichevoli e ritiri. Vittorie, sconfitte e pareggi diluiti tra campionati e Coppa. Tifoso e cronista ma mai, dico mai, giornalista-tifoso.

Questa rubrica (a sregolata cadenza settimanale) racchiude il suo personale punto di vista.

L’osservatorio raffinatamente rude di un giallorozzo.

Ivan Montesano


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