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Cinema. Youtopia, gli abusi sulle donne e il rifugio virtuale sul web

Cinema. Youtopia, gli abusi sulle donne e il rifugio virtuale sul web

Puo’ una ragazza mettere all’asta sul web la propria verginità per saldare i debiti della madre?

È questa la storia di Matilde (Matilda De Angelis) nel film “Youtopia” diretto da Berardo Carboni . Matilde è appena maggiorenne vive insieme alla nonna malata e alla madre Laura (Donatella Finocchiaro) donna stanca dei debiti e dei fallimenti della propria vita. Lontana da una vita opulenta come madre sola e precaria porta sulle proprie spalle le spese di una casa ed il mutuo.

Un storia molto femminile con un punto vista sostanzialmente etico da parte del regista e degli sceneggiatori Berardo Carboni, Aliosha Massine, Dino Giarrusso, Marco Berardi e Marco Greganti che vorrebbero evidenziare il tema, la questione sull’abuso corpo delle donne. Per sfuggire a questa realtà depressa Matilde preferirà rifugiarsi nel mondo virtuale online, fino all’amare un avatar. Ma sarà proprio questo non-luogo a fornirle il denaro per aiutare la famiglia: attraverso lo spogliarsi in webcam.

Ancora nel cast due figure estreme vicine alla famiglia, Paolo Sassanelli e Luca Lionello nei ruoli dell’istruttore di bodygym e di Don Fulvio. In altra vita – in un altra città collegata solo dalla Rete-Ernesto (Alessandro Haber), farmacista benestante sessantenne, sposato con Fausta (Pamela Villoresi) e con un figlio. Monotonia familiare ed insoddisfazione segnata dalla doppia vita portano Ernesto in una evasione compulsiva attraverso la prostituzione (Laura Pizzirani). Troverà un particolare alleato che lavora insieme a lui e sua moglie, il farmacista Riccardo (Federico Rosati) lo aiuterà con il computer a scendere nelle parti nascoste del web. Le storie si intrecciano quando il rischio di perdere la casa di Matilde si fa sempre più concreto. Così, con il consenso sofferto e disperato della madre, la protagonista decide di spingersi oltre: un’asta online per vendere la propria verginità. Sarà proprio Ernesto ad aggiudicarsi l’ultimo rilancio fino ala riscossione della vincita e delle sue conseguenze.

La recensione

Berardo Carboni, regista di Shooting Silvio, film surreale su Berlusconi con un piglio iperealistico torna sul tema tema del doppio, di una seconda vita parallela. La protagonista- interpretata credibilmente da Matilda De Angelis, cantante e musicista prestata al cinema- prova ad essere al centro di due linguaggi complementari il corpo, la macchina che insieme ri-producono la sessualità ed il desiderio nel contemporaneo.

Ottimo quasi paradossale Haber nei panni virtuali e virali di uno stimato professionista che naviga senza etica tra quella del denaro. Per limiti della sceneggiatura i personaggi sono forse eccessivamente irreggimentati in una forma emotiva determinata ed unidimensionale.

Le positive “anomalie” sono Laura Pizzirani nel ruolo e nei dubbi di una prostituta e Federico Rosati-Riccardo la figura più ambigua del film sempre al limite del doppio come un novello Pasquino che cela ciò che realmente è, la sua identità psicologica e il suo ruolo. Il racconto del sesso senza corpo e del corpo nudo della Rete prova ad alludere al silenzio delle differenze sociali e di genere ma avventurandosi sul tema della sessualità nel web anche “profondo (” come un po’ troppo didascalicamente segnalato) questo risulta- se non nel (b)io tecnologico e della “nuda start-up (de)generazionale” della protagonista- troppo poco aperta alle varie categorie.

Una buona visone del regista è quella dell’ambivalenza della Rete della tecnologia stessa che si alterna visivamente nel film con la grettezza che prevale sui ponti del reale attraverso la reificazione, il voyeurismo che diviene un asta online e la possibile utopia solo nello specifico del mondo grafico virtuale ricreato al computer che qui da alienazione diviene salvezza. La necessità di amare-dentro un dramma impietoso – almeno se stessi.

 


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