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“La verità per ricostruire la coscienza popolare”

“La verità per ricostruire la coscienza popolare”

Un popolo senza verità è destinato a vivere di malaffare, truffe e inganni. Un popolo che non cerca la verità è un popolo dalla coscienza piatta. Curvo su se stesso, sempre prono e privo del calore e del colore dei raggi del sole. Un popolo che non fa della verità lo strumento di democrazia è un popolo che lascerà i suoi figli sbranarsi l’un con l’altro.

Un popolo senza verità è destinato a vivere di malaffare, truffe e inganni. Un popolo che non cerca la verità è un popolo dalla coscienza piatta. Curvo su se stesso, sempre prono e privo del calore e del colore dei raggi del sole. Un popolo che non fa della verità lo strumento di democrazia è un popolo che lascerà i suoi figli sbranarsi l’un con l’altro. Come il vecchietto di manzoniana memoria viene scambiato per un untore quando in chiesa pulisce la panca col cappello, così il popolo italiano è destinato a credere all’effimero, al fatuo. A chi interessa cercare la verità? Chi realmente vuole sapere cosa è accaduto a Melissa il 29 ottobre del 1949. Una strage di contadini. Qualcuno ordinò di aprire il fuoco su chi voleva che il pezzo di terra coltivato con sangue e sudore diventasse l’avvenire. Sono passati sessant’anni e il popolo italiano è ancora privo di quella verità. Anzi sul fascicolo Melissa al ministero dell’Interno c’è scritto ancora “secretato”: cioè segreto di Stato. Già, perché in Italia se le verità non ci sono è sempre meglio per tutti. Per chi manovra, per chi agisce nell’ombra, per chi usa il potere e lo vuole conservare con ogni mezzo possibile. La verità non è un concetto astratto, ma la conoscenza collettiva degli accadimenti. In Italia è diventato impossibile anche solo chiedere verità. Il 12 dicembre del 1969 una bomba deflagrò con tutta la sua potenza in una banca lasciando a terra morte, disperazione e sangue, tanto sangue. Sangue che ha continuato a scorrere sull’Italicus, nella stazione di Bologna, sul ITG al largo di Ustica, all’Accademia dei Georgofili a Firenze, poi Roma, Milano, Gioia Tauro, Cetraro, Crotone, Mogadiscio e Palermo (solo per citare alcuni esempi). E mai, proprio mai, è stato possibile arrivare ad una verità piena con riconoscimento di ruoli, responsabilità, moventi e condanne. Mai. La storia italiana è fitta di misteri ma pochi hanno cercato la verità, mentre molti hanno agito per non farla mai venire fuori. Colui che cerca, però, è un uomo che avrà gloria, che spazzerà via nubi nere per accogliere il caldo sole rosso dei tramonti estivi. Colui che cercherà la verità sarà un martire, perché in Italia coloro che cercano la verità vengono suicidati oppure sono vittime di incidenti presto archiviati come tali. Per arrivare alla verità, servirà un moto di coscienze e una forza politica che vada al di là delle sigle parlamentari. C’è bisogno di creare curiosità e andare a cercare ovunque e per sempre. Del resto questa è proprio la differenza tra il giornalista e il passacarte. Colui che cerca, e cerca, e cerca per poi raccontare i fatti fa il giornalista, colui che si accontenta della verità suggerita fa il passacarte


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