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Venezia 2015. L’Ambiguità morale di una famiglia criminale argentina

Venezia 2015. L’Ambiguità morale di una famiglia criminale argentina

A211R6MUEl Clan di Pablo Trapero – Argentina, Spagna, 108’
v.o. spagnolo – s/t italiano, inglese
Guillermo Francella, Peter Lanzani – Argentina, Spagna, 108’

Il film, tratto da una storia vera, narra le vicende del clan Puccio, benestante famiglia di Buenos Aires che negli anni Ottanta rapì persone del vicinato dietro richiesta di riscatto, commettendo degli efferati delitti per trarne vantaggio economico. Ispirata a uno degli episodi più macabri della storia del crimine argentino, la pellicola propone una lucida indagine sull’ambiguità morale e la banalità del male, gettando luce sull’ipocrisia che si cela dietro le apparenze.
Film argentino con alle spalle la produzione di Pedro Almodovar e del fratello Agustin con la loro Deseo, il film di Pablo Trapero El Clan secondo noi è il film migliore a oggi del concorso. Un caso sconvolgente che inizia nell’ultimo anno della dittatura militare (1982-83), in un regime già vacillante in cui comincia la resa dei conti.

Arquimedes Puccio, lavoratore dei servizi segreti con parecchi figli a carico, avverte il pericolo di rimanere emarginato dal potere democratico e pensa a come poter acquisire denaro.
Un sistema organizzato di rapimenti con riscatto e conseguente omicidio ai danni di una serie di vittime, tutte scelta tra le famiglie più facoltose della città. Alla guida del clan c’era ovviamente il padre, Arquimede e soprattutto il figlio maggiore, Alejandro, oltre alla moglie insegnante e agli altri figli e figlie, tutti più o meno al corrente di quanto accadeva in casa; i sequestri avvenivano con la partecipazione attiva di Alejandro, star del rugby e gioca con il CASI, prestigioso club locale, e con i Los Pumas, mitico team nazionale argentino e che faceva spesso da esca grazie alla sua notorietà.

https://www.youtube.com/watch?v=n7kpI79cPBk

Fingendosi un gruppo armato rivoluzionario ed avendo una certa capacità in torture, rapimenti di oppositori e altre sporchissime faccende, crea  insieme a un paio di amici, una macchina della morte familiare, di rapimenti a scopo di lucro. Si terrorizzano i familiari degli ostaggi per riavere i vita i cari quando questi sono già stati uccisi.
il film riesce a mantenere intatta la tensione e l’attenzione dello spettatore rimescolando i piani temporali con fughe in avanti e repentini salti all’indietro.

La famiglia dei Puccio ha tratti di assoluta normalità  mentre in cantina l’ostaggio torturato urla e la mamma cucina. Il male si è fatto ultra quotidiano, un lavoro tra i tanti possibili.

La psicopatologia familiare ed il suo  reticolo di manipolazioni, inganni e occulte persuasioni dei “figli figlio di anni di azzeramento di ogni morale, per approdare infine a l’avidità.
Il racconto di una “famiglia criminale”. La dittatura dei generali tra anni Settanta e Ottanta

Dall’inviato Marco Guarella


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