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Venezia 2015. Grandi maestri e nuovi talenti. Storie criminali di Italian gangsters

Venezia 2015. Grandi maestri e nuovi talenti. Storie criminali di Italian gangsters

20418-Italian_Gangsters_9Varietà resistente – venezia 2015 è un concorso che offre opere prime e grandi maestri, ex Leoni d’oro e autori che più volte sono stati “emarginati” non può che essere di interesse per qualsiasi cinefilo e appassionato. Nella Giuria c’è un regista di grande cultura e intelligenza come Alfonso Cuaron. Nel provare a realizzare una panoramica partiamo subito da i film italiani.

Non ha certo bisogno di presentazioni – sostenuto da una definizione registica particolare e incisiva dai tempi de “I pugni in tasca”- Marco Bellocchio a Venezia, quest’anno in gara con Sangue del mio sangue, film ispirato dalla casuale scoperta delle antiche prigioni di Bobbio (città natia del regista che è stata spesso anche fonte d’ispirazione per i suoi lavori), e che annovera nel cast: Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio, Filippo Timi, Lidiya Liberman, Fausto Russo Alesi. Il regista Luca Guadaginino punta ancora una volta sulla bravura dell’attrice londinese Tilda Swinton – (la sua attrice feticcio, presente in gran parte dei suoi film ) con A Bigger Splash, un thriller d’ambientazione siciliana dove la Swinton vestirà i panni di una celebre rock star in vacanza a Pantelleria.

Insieme alla Swinton, vedremo su schermo anche Ralph Fiennes, Matthias Schoenaerts, Dakota Johnson, Corrado Guzzanti, per un cast di prim’ordine che desta senz’altro grande interesse. Guadagnino è un autore che con Io sono l’amore illustrato l’eleganza formale e algida di una borghesia italiana oramai decadente Il siciliano Piero Messina realizza la sua opera prima L’attesa, storia di due donne che attendono questo tempo diviene metafora di quelle sospensioni che di norma appartengono al nostro vivere quotidiano. Un cast che include Juliette Binoche e Giorgio Colangeli.

Fuori concorso Gianfranco Pannone che con il suo L’esercito più piccolo del mondo racconta la realtà celata delle guardie svizzere del Vaticano e del loro vivere blindato ma necessariamente anche costantemente esposto e marziale.

Nella la sezione delle Giornate degli autori, spazio usualmente dedicato agli autori emergenti ci saranno tra gli altri Ascanio Celestini con la sua opera seconda Viva la sposa il tentativo di ritratto di un’Italia allo sbaraglio, Vincenzo Marra con La prima luce e Arianna di Carlo Lavagna. Stefano Chiantini con Storie Sospese, nel cui cast troviamo Marco Giallini, Maya Sansa, Colangeli, Alessandro Tiberi; un film che indaga il mondo oscuro degli appalti dei grandi cantieri italiani e che s’ispira in particolare alla vicenda della frana di Ripoli. Parte invece dal terzo canto dell’Inferno, Beppe Gaudino, per la sua opera prima (protagonista Valeria Golino) Per amor vostro vvero. Dopo una serie di documentari, il racconto del girone degli ignavi da parte del regista napoletano è un esordio dunque molto atteso.

Fa discutere Italian Gangsters di Renato de Maria presente nelle sezione Orizzonti
E’ il tentatitivo “poetico” in parte inedito e spettacolare del racconto nelle imprese ma principalmente dei nodi storici della mala nostrana scaturita dal dopoguerra. Da Ezio Barbieri, «il bandito dell’Isola» a capo della banda dell’Aprilia nera che negli anni ’40 è arrivato a distribuire bottino tra i poveri di Milano; Pietro Cavallero a capo della banda “comunista” che negli anni 50 e’60 terrorizzava le banche del nord e Luciano De Maria, «il bandito gentiluomo» che nel ’58 firmò la rapina di Via Osoppo a Milano con la sola, grande regola di non uccidere. Poi Luciano Lutring, «il solista del mitra» autore di rapine miliardarie con l’arma nascosta nella custodia del violino, graziato dal presidente francese Georges Pompidou e l’italiano Giovanni Leone. Il Lutring, criminale, poi pittore e scrittore, noto anche come «il Dillinger italiano», Alain Delon in Francia ne interpretò il personaggio ne “Lo zingaro” di José Giovanni. Horst Fantazzini, «il rapinatore gentile» simbolo d’una vita al confine tra piccoli reati e anarchia che a 62 anni voleva rapinare una banca in bicicletta e impugnando pistole-giocattolo citava Brecht: «Fondare banche è più immorale che rapinarle», al quale nel 1999 Enzo Monteleone ha consacrato “Ormai è fatta!”, con Stefano Accorsi nei panni dell’anarchico che sorrideva agli impiegati di banca, pregandoli di consegnare il malloppo. Un affresco corale sulle tracce dei maggiori esponenti del crimine italiano che attraversano un trentennio di storie violente, consacrate dalla cronaca e dal cinema, narrate teatralmente da attori che impersonano i banditi più famosi raccontati da una galleria di volti, testimonianze e filmati d’epoca dell’Istituto Luce. L’ambizione artistica è quella della storia sociale con il tumultuoso racconto delle trasformazioni economico sociali che hanno attraversato la storia del nostro Paese

Italian Gangsters di Renato De Maria – Italia 87’ v.o. italiano – s/t inglese
Andrea Di Casa, Paolo Mazzatelli, Luca Micheletti, Aldo Ottobrino, Sergio Romano, Francesco Sferrazza Papa

Commento del regista Siamo partiti da una ricerca libera negli archivi dell’Istituto Luce per raccogliere materiali di repertorio fortemente incentrati sulle impressioni e sulla descrizione del momento. Poi abbiamo costruito una serie di monologhi concepiti come interviste, interrogatori e confessioni. L’intenzione era di restare ancorati ai personaggi, ai loro volti e alle loro parole. Non abbiamo avuto pretese di realismo fattuale – anche se gli eventi narrati sono rigorosamente veri e documentati – quanto di verità psicologica, per dare voce ai nostri personaggi. Per ognuno di loro abbiamo tracciato un ritratto desunto da articoli coevi e interviste ai diretti interessati, a opera di penne prestigiose del giornalismo e della narrativa come Dino Buzzati, Indro Montanelli, Giorgio Bocca ed Enzo Biagi. Il materiale di repertorio della Rai ha integrato la funzione di documentazione storica visiva già fornita da quelli dell’Istituto Luce. La Raro Video ci ha poi fornito la possibilità di attingere alla loro collezione composta da titoli prestigiosi della cinematografia italiana anni settanta. Il testo visivo fornito dai film in questione diventa immediatamente meta-linguaggio, ricostruzione mitologica di un inconscio collettivo. Poi abbiamo attinto immagini dall’archivio “Home Movies” che raccoglie super 8 di famiglie italiane tra gli anni cinquanta e sessanta. Sono materiali fortemente soggettivi, quasi astratti nella loro vicinanza a un’intimità domestica altrimenti irraggiungibile

Dal nostro inviato Marco Guarella


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