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Berlinale 2015. La forza del cinema impegnato

Berlinale 2015. La forza del cinema impegnato

berli 1Malgrado la delusione del film di apertura “Nobody Wants the Night”(ambientato nel 1908 in Groenlandia) con Juliette Binoche,  alla Berlinale, che terminerà il 15 febbraio, vi è ancora una intelligente  attenzione al cinema impegnato. Non stiamo parlando di film, come la volgarità di qualunque media mainstream vorrebbe imporre, di film difficilmente intellegibili.  La 65esima edizione del cine-festival internazionale più metropolitano d’Europa ha forza anche grazie al consenso ventennale su Dieter Kosslick, l’attuale direttore artistico della Berlinale (in carica fino al 2019, per un mandato che iniziò nel 2001)
Sarà il newyorkese Darren Aronofsky a guidare la giuria verso gli Orsi d’oro e d’argento del concorso 2015. Berlino mette  in campo argomenti e registi importanti: da Herzog a Malick passando per Wenders,Kenneth Branagh, Panahi, Greenaway e Larrain. Un cartellone pieno anche di attori di fama, James Franco, Nicole Kidman, Charlotte Ramplinge, Cate Blanchett, Christian Bale e ancora Helena Bonham-Carter, Natalie Portman.
Anteprima mondiale poi  della trasposizione cinematografica fatta da Sam Taylor-Johnson del best seller di E.L. James( da 100 milioni di copie), “Cinquanta sfumature di grigio”.
Molto atteso l’evento “Selma” (che uscirà prossimo 12 febbraio esce nei cinema Italiani con il sottotitolo “La strada per la libertà” ) che racconta di Martin Luther King e il suo supporto alla marcia intrapresa nel 1965 dalla comunità nera della città di Selma per protestare contro gli abusi subiti dai cittadini afroamericani. Il film diretto da Ava DuVernay vede David Oyelowo nei panni di Martin Luther King affiancato da un solido cast di supporto che include Tim Roth, Tom Wilkinson, Giovanni Ribisi, Cuba Gooding Jr. e Oprah Winfrey. Qui a alla Berlinale definito un po’ cinicamente boccone pre Oscar (a 10 giorni dalla consegna degli Oscar 2015 che probabilmente quantomeno regaleranno al film varie nominations)

Dal nostro inviato Marco Guarella


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