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Vita da promoter tra ambizione e tragiche fatalità

Vita da promoter tra ambizione e tragiche fatalità

Incontriamo Maurizio Senese nel pieno dei preparativi dei suoi prossimi spettacoli. Una bella serie che il promoter catanzarese aprirà il 7 e 8  gennaio proprio al Politeama con una doppia data di Massimo Ranieri, un classico formato famiglia che non smette di meravigliare ed entusiasmare: “Faccio il mio lavoro con passione, impegno e sacrificio – ci dice accogliendoci cordialmente – mi aiutano i miei due figli Andrea ed Edi per consolidare quella professionalità che ritengo alla base di qualsiasi mestiere ma in special modo di questo, dove nessuno ti regala niente per far tornare le cifre al loro posto.”

Da sinistra: Maurizio Senese e Giorgio Panariello

Quasi diciotto anni di successi, come hai iniziato?

Provenivo da tutt’altro settore ma non mi divertivo, invece il mondo dello spettacolo mi ha sempre affascinato. Ho iniziato con un locale, poi ho collaborato a diverse serate del grande carrozzone di Miss Italia, quindi la prima occasione insieme a Ruggero Pegna, che aveva già firmato molti eventi importantissimi, con un concerto di Patti Pravo alla mitica scogliera di Pietragrande. In quella occasione ho capito che se mi fossi impegnato seriamente avrei concretizzato il mio sogno.

Di certo avevi lavorato con grande rigore anche per preparare il concerto di Laura Pausini a Reggio, poi la tragedia…

Con la mia struttura avevamo preparato tutto per bene. Purtroppo per una terribile per quanto inspiegabile fatalità  un ragazzo che si stava prodigando per montare il palco ci ha perso la vita. E questo vale più di ogni altra cosa, perché la vita è un bene prezioso ed inalienabile. Il concerto come sanno tutti non si è fatto ed io ho perso anche centomila euro.  Soldi che nessuno mi restituirà. Adesso dovrò lavorare duramente per tutto il prossimo anno per ripianare questo passivo, con i conti da pagare, la famiglia da mantenere, il mutuo da onorare. Sto addirittura combattendo con i vigili del fuoco per avere indietro i soldi del loro servizio da loro non effettuato ma regolarmente pagato da me. Ma non mi scoraggio di certo, tengo d’occhio il conto in banca, il direttore per scherzarmi mi dice che se avessi trattenuto solo il 2 o 3% di quanto movimentato sarei diventato ricco,  invece è tutto a filo perché è necessario onorare gli impegni e programmare il futuro.

Qual è il momento più critico quando si organizza un concerto?

Oltre all’organizzazione puntigliosa e periferica, il momento più febbrile è quello dell’avvio delle prevendite. Si può tirare il fiato solo dopo aver raggiunto il punto di pareggio, perché i cachet devono essere onorati molto tempo prima. Da quel momento lavoro per il mio profitto cercando di non sbagliare mossa. Ma in realtà l’errore è sempre dietro l’angolo. Qualche volta la speranza è di non rimetterci almeno per il prestigio dell’artista. Per esempio ho organizzato gli ultimi concerti della carriera di un grande autore ed interprete italiano come Ivano Fossati. Sono rimasto scottato in particolar modo dalla mancata risposta di Catanzaro che è la mia città, ripianando poi un po’ il passivo a Reggio, ma in ogni caso nessuno mi potrà appuntare nulla per il calibro dell’artista. Sono comunque duttile perché il lavoro è lavoro, se mi devo occupare di De Gregori  sono contento ma se devo piazzare dei concerti di Annalisa Scarrone lo faccio senza battere ciglio.  Posso vantarmi di avere organizzato nella sola Calabria la metà esatta dei concerti che Luca Carboni ha tenuto nel corso del suo ultimo tour in Italia, poi lavoro benissimo anche in altre piazze, come a Cosenza presso il cui prestigiosissimo e stupendo Teatro Rendano sto doppiando praticamente ogni data che faccio a Catanzaro.

Questo lascia presupporre un buon rapporto con i promoter nazionali…

Più che buoni direi ottimi. Ho sviluppato dei rapporti umani che confinano con l’amicizia. Uno di questi è Fernando Salzano di Friends&Partners che è l’agenzia  che praticamente detiene tutti i big italiani, ma lavoro bene anche con gli altri.  Con la mia struttura ho dato prova di estrema affidabilità, dote imprescindibile in questo lavoro dove ogni particolare diventa un tassello decisivo per il successo dell’evento.

E con le istituzioni invece come va?

Decisamente peggio. Contesto duramente quello che fanno i vari Assessorati che spesso non hanno ben presente che la cultura senza lo spettacolo è praticamente sterile in un territorio disagiato come il nostro. A che serve una manifestazione come il “Magna Grecia Teatro”, che costa un sacco di soldi senza produrre risultati? Comunque i politici da me stanno alla larga, perché omaggi non ne do, al limite faccio degli inviti che sono personali. Se si presenta qualcun altro al posto loro mi spiace ma resta fuori. Se mi offrissero un contributo minimo potrei contenere il costo dei biglietti per fare l’interesse del pubblico, altrimenti come si fa a recuperare? A Catanzaro stimo molto Sergio Abramo e Baldo Esposito, sono due amici. Sergio va matto per i Pooh, l’altra settimana l’ho accompagnato nei camerini, si è molto divertito al concerto di Catanzaro. Plaudo alla sua iniziativa di aprire il teatro ai promoter in mancanza di risorse certe per una programmazione decente. Io il mio lo faccio dal momento che in agenda ho i concerti di Massimo Ranieri e Franco Battiato dopo quello dei Pooh, poi c’è il recital di Panariello e molto altro è in programma fino all’estate dove spero di realizzare dei colpi clamorosi come il gran ritorno di Renato Zero in Calabria.


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