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La casa è un diritto, riprendiamocelo!

La casa è un diritto, riprendiamocelo!

COSENZA. Lo scorso 8 maggio, precari e migranti del Comitato, “prendocasa Cosenza”, occupano l’ex palazzo Morelli. Pubblichiamo il comunicato in cui emergono le ragioni di questa'azione radicale che " risponde alla crisi e all’immobilismo dell’intera classe politica che, negli ultimi 15 anni, ha cancellato lo Stato sociale con politiche volte a tutelare solo gli interessi di pochi

Con quest’azione il Comitato si riappropria di un diritto negato da leggi che non tengono conto delle nuove soggettività precarie e dell’attuale crisi economica e occupazionale. L’occupazione è la nostra risposta alla crisi e all’immobilismo dell’intera classe politica che, negli ultimi 15 anni, ha cancellato lo Stato sociale con politiche volte a tutelare solo ed esclusivamente gli interessi di pochi e a consolidare il proprio potere e le dinamiche clientelari che ormai sono diventate prassi.

Il palazzo occupato è un immobile di proprietà pubblica che lo Stato ha deciso di cartolarizzare attraverso la “patrimonio uno” (società di stato) che, a sua volta, ha messo una serie di immobili in mano alla Biis (banca infrastrutture innovazione e sviluppo nata dalla fusione di banca intesa San paolo e banca Opi) per svendere gli immobili pubblici e finanziare le grandi opere (tav, Salerno-Reggio Calabria, inceneritore di Gioia Tauro, mose,…).

Il Comitato, pertanto, mette in discussione anche le politiche delle grandi opere, inutili e dannose per le popolazioni che non rispondono ai bisogni reali ma solo alle logiche e agli interessi speculativi delle lobby finanziarie e del cemento.

Attraverso questa occupazione ci opponiamo alle politiche di speculazione edilizia che stanno soffocando il nostro territorio nel cemento con costruzioni che non rispondono alle richieste di mercato nè alle esigenze delle molteplici soggettività precarie che lo abitano. Queste sono operazioni finanziarie che rispondono solo a logiche speculative e di riciclaggio del  denaro sporco.  

Inoltre, mettiamo in discussione la legge regionale 32/96 che definisce i parametri di assegnazione che, a nostro avviso, dovrebbe tener conto dell’attuale crisi economica e della precarietà diffusa, delle soggettività diverse dalla famiglia tradizionalmente intesa e dei migranti i quali spesso lavorano a nero e, pertanto, non si può vincolare al contratto di lavoro la loro ammissibilità al bando.

Infine, chiediamo la requisizione di questo palazzo da parte del Comune e la destinazione dello stesso ad uso abitativo.

Chiediamo, inoltre, che tutti i palazzi pubblici, fittiziamente assegnati o lasciati all’incuria, vengano assegnati a quanti aspettano una casa da oltre 20 anni.

 

“Prendocasa Cosenza”

Comitato di lotta per la casa


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