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La forza delle idee di Jasmine Cristallo, leader calabrese del movimento “6000 sardi...

La forza delle idee di Jasmine Cristallo, leader calabrese del movimento “6000 sardine”, e l’esigenza di rinnovamento

L’apparizione di Jasmine Cristallo, ospite ieri sera in Tv, a “Piazzapulita”, trasmissione condotta da Corrado Formigli, in onda su La 7, non è passata inosservata. La giovane donna calabrese ha saputo incidere e portare sulla scena nazionale un’immagine della Calabria che non è solo quella maledetta della criminalità, del disagio, della corruzione. E’ anche altro. E lei, con garbo e gentilezza solcati da un filo d’emozione, è stata brava a farsi portatrice di alcuni concetti che stanno alla base delle “6000 sardine”, movimento che sta prendendo piede in tutta la Penisola.

Una presenza composta e gradevole che ha colpito un po tutti, perfino il segretario del circolo Pd Catanzaro, “E. Lauria”, Antonio Menniti, deluso dal suo partito. “Jasmine Cristallo è una giovane donna caparbia e orgogliosa che – anche ieri nella sua apparizione in tv – è riuscita a portare alla ribalta il volto di una terra affatto rassegnata, combattiva, competente. Brava Jasmine – ha scritto il segretario – sei una figlia di questa città, avanti tutta”.

Già protagonista della rivolta civile dei balconi per contrastare la visita prorompente di Matteo Salvini in Calabria, non si da per vinta ed è sicura che il consenso del leader della Lega sia una sorta di paradosso al sud. Una volta “l’odio della Lega nord era rivolto ai meridionali – ricorda – ora si scaglia contro “lo sporco negro”: cambia poco”.
Per l’attivista bisogna contrastare l’avanzata di una certa mentalità portata dal nord che prende piede in Calabria e riportare al centro della battaglia politica il senso della fratellanza, parola nobilissima, tanto cara al vecchio leader di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti che richiama, come la Cristallo, i valori della rivoluzione francese.

La coordinatrice regionale di “6000 sardine” tiene a ribadire che il movimento è apartitico ma non apolitico e chissà che questa ondata di rinnovamento portata dalle “6000 sardine” possa accelerare un ricambio generazionale in Calabria più che necessario, in vista delle regionali. In quest’ottica, il nome di Ernesto Alecci come papabile candidato alla carica di governatore di un centrosinistra disunito e senza prospettive in regione, rappresenta una discontinuità, oltre che un segnale positivo.

Ma anche nel centrodestra l’aria che tira non sembra favorire i personaggi riportati fino ad ora. Il nome venuto fuori poche poche ore fa dell’attuale sindaca di Vibo, Maria Linardo, romperebbe in qualche modo uno schemino già bello e fatto dai leader dei partiti (Fi, Lega e Fratelli D’Italia), per affidarsi a una donna che già nel 2010 si candidò nelle liste del Pdl alle elezioni regionali, senza essere eletta. Ma tutto dipenderà dall’esito del vertice nazionale dei tre partiti che dovrebbe tenersi proprio nel fine settimana. Per ora, il movimento delle “6000 sardine” irrompe sulla scena, da nord a sud, a fa sentire le proprie idee.


Giornalista. Ho lavorato per diverse testate giornalistiche calabresi, tra cui Il Quotidiano della Calabria e Calabria Ora. Ho collaborato, inoltre, con alcune riviste ricoprendo il ruolo di corrispondente calabrese per Boxering (periodico internazionale di pugilato). Ho curato uffici stampa di varia natura. Ho coordinato, per circa 3 anni, "Mentalità", la fanzine della "Curva Massimo Capraro". Sensibile alle problematiche sociali e civili. Mi sono occupato di temi legati al lavoro, alla politica, al disagio sociale, ai movimenti di rinnovamento della società. Scrivo anche di sport e spettacolo. Dall’ottobre 2008 sono un freelance. Nel 2009, insieme ad alcuni colleghi, decido di fondare questa testata giornalistica, di cui sono orgogliosamente al timone. Nel 2012, su questo portale, fondo Radio Popolare Catanzaro, un'emittente radiofonica in streaming che avrà vita breve. Da luglio 2019 seguo il Catanzaro calcio per La Nuova Calabria, testata giornalistica on-line fondata nel medesimo anno. Oggi più che mai penso che terramara, ribattezzata nel 2016 magazine d'informazione indipendente rappresenti al meglio la mia idea di giornalismo in movimento

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